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Ateleta (AQ)

Ateleta sorge sul territorio montuoso affacciato alla riva sinistra del fiume Sangro, che sale fino ad arrivare alle pendici del Monte Secine ed i suoi 1883 metri.

Il paese attuale è di origini recenti: divenne infatti comune nel 1810 per volere di Giuseppe de Thomasis, giurista e politico. La sua opera fu avallata e sostenuta da Gioacchino Murat, diventato re di Napoli nel 1808, di cui De Thomasis era ministro. Il paese fu chiamato Ateleta, cioè "privo di tasse": per favorire l'afflusso di nuovi nuclei familiari infatti, il borgo ricevette l'esenzione dalle imposte. Subì diversi terremoti, fra i quali il più violento fu quello del 1933. Nella Seconda Guerra Mondiale il paese fu quasi del tutto distrutto, e per tutto il corso del Novecento è stato oggetto di massiccia emigrazione.

Da visitare la chiesa di S. Gioacchino, così chiamata in onore di Murat che, con la concessione delle esenzioni fiscali già menzionate, aveva particolarmente favorito la popolazione residente.  Si segnala inoltre il Museo della Civiltà contadina, realizzato negli Ottanta dal professor Francesco le Donne, cui è oggi intitolato: racchiude importanti testimonianze (arnesi ed utensili legati alla vita rurale) di una civiltà sempre più, purtroppo, sull'orlo dell'oblio.

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