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Montemarano (AV)

La sua storia risale a molto prima dell’anno mille, alle sanguinose guerre tra Sanniti e Romani, e la città vanta, addirittura, di aver avuto sul proprio colle, dove oggi è la pregevole Cattedrale, un tempio dedicato a Giove. Orgoglio dei Montemaranesi è la tradizione, tramandatasi fino ad oggi, che a fondare la città sia stato un certo Mario Egnazio, ribelle e valoroso condottiero irpino, che si fermò su questi monti, dove riuscì perfino a sconfiggere le schiere romane. In tempi remoti fu una fortezza inaccessibile, un osso duro per tutte le orde barbariche che cercarono di assediarla. Gli stessi Bizantini e Longobardi, sempre secondo la tradizione locale, dovettero arrestare le loro ambizioni di conquista di fronte all’ardua resistenza dei rustici abitanti, armati soltanto di roncole e scuri. Il periodo più fiorente Montemarano lo visse intorno al Mille sotto l’episcopato di Giovanni, cittadino, vescovo e poi Santo protettore che seppe difendere il paese dagli avventurieri e dalle prime invasioni normanne. Giovanni con la forza della fede e della ragione fermò le spade, facendo di Montemarano un’oasi di pace e di benessere. La sorte della città fu legata a quella dei vari feudatari succedutisi fino agli inizi del 1800. La città appartenne ai Saraceni, poi ai Della Marra e ai Caracciolo. Quindi, seguirono i Lagonessa e gli Strambone. Nel 1571 il feudo fu acquistato da Domenico Cattaneo, principe di S. Nicandro, e nel 1760 ne diventava padrone la famiglia genovese dei Beria.
Il Castello feudale nel 1835 fu acquistato da una nobildonna Inglese, Luisa Dylan Strakan.
Anche se molti monumenti nel corso del tempo sono andati distrutti, la città conserva ancora oggi segni inconfondibili e testimonianze prestigiose attraverso la topografia tipicamente medievale del vecchio centro abitato, la struttura della sua Cattedrale, uno dei pochi esempi di arte normanna in Irpinia, la Cripta e gli affreschi ivi rinvenuti, la preziosa sedia vescovile e numerose tele di elevato valore artistico. Oggi è un paese che vive a ritmo di tarantella. E’ sicuramente questa la definizione più appropriata per definire Montemarano, terra di vino, castagne, boschi ma soprattutto della “montemaranese”, antichissima tradizione che nasce in tempi antichissimi a scopo mistico – terapeutico, e che serviva per scacciare gli spiriti maligni dai posseduti. Nel corso dei secoli la tarantella non ha perso il senso "mistico" di 2.800 anni fa, che si celebra nel Carnevale, tradizione secolare

 

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